Perche’ metto questo Post? Vivendo in Germania ho visitato spesso questi Lager, per andarci a pregare…a Dachau una cittaddina vicinissima a München…hanno una piccola casa le suore Carmelitane contemplative e sono in perenne preghiera per tutte le anime che sono sepolte qui’. I segni dei tempi non sono buoni allora stiamo attenti non arriviamo agli estremi sia poer la destra che per la sinistra..spero che passi qualcuno a trovarmi per aiutarmi a descrivere ieri, oggi, domani.
Il lager, modello estremo dello stato totalitario
Il lager era parte integrante della concezione nazista dello stato. Esso non serviva soltanto alla distruzione dell’avversario o alla sua riduzione a schiavo, ma anche a riprodurre il terrore come strumento di potere, rassicurando nel contempo chi, dando la sua piena adesione al regime, riteneva di non correre rischi, anzi si sentiva protetto: era insomma il simbolo di quella “schiavitù degli inferiori”. Il lager rappresentava inoltre il perfetto modello della società totalitaria spersonalizzata e organizzata sulla base di un sistema disciplinare integrale in cui ogni norma è costituita dalla pura volontà dei detentori del potere.
Ogni categoria in cui sono suddivisi i prigionieri è individuata da un contrassegno visibile e collocata in un preciso gradino della struttura gerarchica; a ogni livello di status corrisponde addirittura un luogo fisico in cui i prigionieri sono alloggiati e da cui non possono uscire.
Alla base della piramide stavano gli ebrei (distinti da una stella o da un triangolo giallo), venivano poi gli zingari e gli omosessuali (triangolo rosa), quindi i cosiddetti asociali, cioè gli emarginati e i disoccupati (triangolo nero);seguivano i politici (triangolo rosso), accanto ai sacerdoti (triangolo viola). In cima alla piramide, infine, stavano i criminali comuni (triangolo verde), detenuti tedeschi ai quali le SS affidavano generalmente il compito di mantenere la disciplina (i cosiddetti kapò) fra i prigionieri, compito che essi eseguivano solitamente con spietata brutalità. Alle SS spettavano le esecuzioni esemplari
Controllo sociale, dirigismo economico,espansionismo politico
Queste spietate repressioni rappresentavano il modello sociale e ideologico su cui si andava configurando il regime nazista, un regime totalitario che puntava all’assoggettamento completo e permanente degli individui e della società civile. Uno degli strumenti fondamentali di questo tentativo di controllo totale fu l’educazione. La scuola, le letture, gli svaghi dei giovani erano finalizzati alla formazione di una gioventù devota al regime, perfettamente indottrinata e, nel caso dei maschi, inquadrata in formazioni paramilitari come la “gioventù hitleriana”, che raccoglieva tutti i ragazzi dai 10 ai 18 anni. In queste organizzazioni il tempo libero si trasformava per i maschi in addestramento premilitare e per le femmine in preparazione alla maternità e alla procreazione, cioè alla continuità della razza.
Vennero eliminati tutti gli organismi di rappresentazione sindacale, sostituiti dal “fronte del lavoro” che comprendeva datori di lavoro, operai e impiegati.Attraverso una accentuata politica di riarmo, venne sostenuta la ripresa produttiva dell’industria pesante. Una simile politica economica non poteva non avere ripercussioni sulla politica estera, non solo perché il riarmo della Germania era proibito dagli accordi di pace siglati a Versailles, ma soprattutto perché costituiva le basi di un minaccioso e aggressivo espansionismo.
Già nel 1933 la Germania era uscita dalla Società delle nazioni e, circa un anno dopo, un gruppo di nazisti austriaci e tedeschi, con un colpo di mano a Vienna conclusosi con l’assassinio del cancelliere austriaco Dollfuss, tentò (senza riuscirvi) di rovesciare il governo austriaco per inglobare l’Austria nella“grande Germania”.
(I forni crematori). Auguro a chi puo’ di andare a trovare questi posti…la pelle diventa di oca il sangue si fredda,, nelle orecchie si sentano urla nel silenzio..

Come dardo di fuoco implorante sollievo lo sguardo di chi soffre. Sguardo che vuole speranza che chiede un conforto, ultimo e disperato grido per trovare il coraggio d’incontrare l’abisso. Abbiamo negato solidarietà e giustizia, dimenticato sollecitudine e responsabilità, sacrificato la passione per la verità, perduto il desiderio di fraternità e pace.Dobbiamo reimparare, allora, a conoscere il mondo per mezzo del pensiero e dell’amore, per rendere la persona una creatura degna e la gioia una scelta possibile.
Risponde fra Eduardo:
82008 Unterhaching, Germania
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Buona Pasqua Giorgio, caro amico.
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