
L’uomo moderno ha orrore del silenzio…
Il silenzio della mente è ormai un espressione priva di significato.
Abbiamo dimenticato l’arte di quietare…quell’alveare dalle mille api ronzanti che si annida nella nostra mente.
Sottoposta a un incessante bombardamento di messaggi, la nostra mente è una fucina di pensieri che lavora senza turni di riposo…
Abbiamo perso la capacità di rallentare…
Un’attività mentale frenetica e dispersiva che invece di arricchire lo spirito, ci affatica, ci confonde…seppellisce il nostro vero io sotto una cortina impermeabile di pensieri, immagini, fantasie e timori…
Questo lavorio mentale ha luogo senza sosta…sicchè
i pensieri si sovrappongono l’uno all’altro spesso in modo conflittuale…
Ci fanno agitare per un non nulla…costruiscono pregiudizi e preconcetti.
Corrono affanosamente ad anticipare il futuro e restano amaramente attaccati al passato.
Le esperienze passate sono sempre presenti per condizionarci, anche se non ce ne rendiamo conto…
Al nostro fianco cammina il nostro passato che c’imprigiona dietro a celle prive di sbarre, ma da cui è difficile evadere.
Queste incrostazioni avvolgono l’io profondo e gli impediscono di emergere, lo soffocano, stordito dal rumore del chiacchiericcio ment da “L’Arte di Ascoltare”, Plutarco.
La perdita della capacità di ascoltare è figlia della perdita della dimensione del silenzio.
L’uomo moderno ha orrore del silenzio…
Il silenzio della mente è ormai un espressione priva di significato.
Abbiamo dimenticato l’arte di quietare…quell’alveare dalle mille api ronzanti che si annida nella nostra mente.
Sottoposta a un incessante bombardamento di messaggi, la nostra mente è una fucina di pensieri che lavora senza turni di riposo…
Abbiamo perso la capacità di rallentare…
Un’attività mentale frenetica e dispersiva che invece di arricchire lo spirito, ci affatica, ci confonde…seppellisce il nostro vero io sotto una cortina impermeabile di pensieri, immagini, fantasie e timori…
Questo lavorio mentale ha luogo senza sosta…sicchè
i pensieri si sovrappongono l’uno all’altro spesso in modo conflittuale…
Ci fanno agitare per un non nulla…costruiscono pregiudizi e preconcetti.
Corrono affanosamente ad anticipare il futuro e restano amaramente attaccati al passato.
Le esperienze passate sono sempre presenti per condizionarci, anche se non ce ne rendiamo conto…
Al nostro fianco cammina il nostro passato che c’imprigiona dietro a celle prive di sbarre, ma da cui è difficile evadere.
Queste incrostazioni avvolgono l’io profondo e gli impediscono di emergere, lo soffocano, stordito dal rumore del chiacchiericcio mentale.
……………………………………………….. da “L’Arte di Ascoltare”, Plutarco.